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Struttura Plastica N.1. Pittura e Materia su Tela ø40cm. #2021A001
Struttura Plastica N.1. Pittura e Materia su Tela ø40cm. #2021A001
Scheda Tecnica Opera d’Arte “Struttura Plastica N. 1” (2021)
- Titolo: Struttura Plastica N. 1
- Tecnica: Mista e Materia Plastica
- Supporto: Tela (tonda)
- Dimensioni: diametro 40cm
- Anno: 2021
- Archivio Ufficiale: 2021A001
- Ciclo: “Strutture Plastiche”
- Collocazione: Collezione Privata
- Quotazione: Artingout
- Note: Opera Prima del Ciclo “Strutture Plastiche”
Pubblicazioni Opera d’Arte Struttura Plastica N. 1 – Arch. N. 2021A001
- 2021 (dal) – Pubblicata sul Catalogo d’Arte Permanente On-Line Artingout.com
- 2021 (dal) – Pubblicata sul Sito Ufficiale dell’Artista
- L’opera sarà pubblicata nel primo volume del Catalogo Generale
Collocazioni ed Esposizioni “Struttura Plastica N. 1” Arch. N. 2021A001
- 2021 – Gennaio-Febbraio – Artingout Home Gallery – Pavia
- 2021 – da Marzo – Collezione Privata Italiana
Critiche d’Arte dell’Opera #2021A001
Marco Baranello
curatore dell’artista Lucy Oak
Questa è la prima opera della serie “Strutture Plastiche“, un ciclo pittoscultoreo iniziato a gennaio 2021, dell’artista contemporanea Lucy Oak. Un’integrazione tra pittura e arte plastica nata per rendere visibile e quindi condivisibile ciò che si cela tra le trame delle nostre “osservazioni” (sia nella realtà oggettiva e condivisa, sia nella realtà pensata). La parte pittorica, ora più figurativa ora più astratto/informale, è integrata con la scultura, la “Struttura Plastica“. Quest’ultima rappresenta le due facce di una stessa medaglia. E’ allo stesso tempo la trama infinita impercettibile che costituisce il tutto sia una “sovrastruttura concettuale” sociale o personale. Da una parte la natura delle cose così com’è e dall’altra i costrutti umani (fisici o mentali), da una parte l’opportunità dall’altra parte un limite. Con il ciclo “Strutture Plastiche” l’artista offre una rappresentazione multi-dimensionale all’opera. L’osservatore viene invitato a prendere parte alla realizzazione dell’esperienza estetica cambiando il suo punto di osservazione o intervenendo attraverso proiezioni di luce per far emergere ombre e riflessi inaspettati. E’ un’opera decisamente viva, cangiante, nata per essere scoperta a ogni osservazione. Lucy Oak, con il ciclo “Strutture Plastiche“, proietta nella realtà condivisa l’intreccio di processi e funzioni insiti in ogni cosa e contemporaneamente suggerisce di osservare le sovrastrutture che condizionano “psicologicamente” le nostre azioni. Perché se da una parte possono rappresentare un arricchimento della nostra capacità di conoscere, dall’altra potrebbero rivelarsi trappole che nascondono, almeno in parte, l’onestà delle cose.
notazione critica a cura di
Redazione Artingout
Pavia, 21 giugno 2021
Lucy Oak ha immediatamente dimostrato una notevole capacità di evoluzione artistica, un tratto deciso e una propensione alla continua ricerca. In pochi anni ha sviluppato serie e cicli secondo un percorso di crescente maturità creativa. L’opera d’arte “Struttura Plastica n.1“, una pittoscultura realizzata in “tecnica mista e materia plastica lavorata a caldo” su tela tonda del diametro di 40cm, apre la strada a quello che potremmo già definire un vero e proprio “paradigma” nella produzione della Oak.
L’opera è una sintesi tra figurazione, arte gestuale, concettualismo e arte materica e soprattutto rappresenta un’integrazione funzionale dell’intera precedente produzione dell’artista. E’ come se la Oak volesse fare il punto della situazione e spalancare una porta verso l’eternità. Siamo di fronte a un salto evolutivo. Lucy Oak con questo ciclo definisce con estremo vigore creativo la sua identità. “Struttura Plastica N.1” è l’opera prima del ciclo “Strutture Plastiche”, un vero e proprio gioiello dell’arte contemporanea neo-concettuale. Essendo la prima di questo ciclo ha un prezioso valore sia artistico che storico-culturale. Per questo è stata immediatamente acquisita da una prestigiosa collezione privata, attenta e sensibile alla propria contemporaneità e con uno sguardo che sa guardare al futuro.
Nell’opera d’arte “Struttura Plastica N.1” appaiono più dimensioni contemporaneamente presenti. E’ un’opera sintetica dove le dimensioni non possono essere scisse in singoli elementi. Dall’osservazione dell’opera appare un’accenno paesaggistico, una citazione alle montagne spesso presenti nella produzione dell’artista. La scelta cromatica, l’uso dei perlati, i rosati, i blu, l’accenno al dorato infondono una sensazione di pace e preziosità la quale, in qualche misura, sembra contrastata dal tratto forte, deciso, dall’azione vigorosa del pennello e della spatola sulla tela. La “struttura plastica” si integra nel paesaggio, in parte lo copre senza nasconderlo, è un intreccio di filamenti che la Oak invita a scoprire attraverso l’interazione con l’opera.
Da una posizione frontale, a distanza, appare quasi bidimensionale, mentre avvicinandosi, cambiando punto di osservazione o modificando la posizione della luce ecco che appare in tutta la sua tridimensionalità. L’osservatore stesso è invitato a modificare la luce, a proiettarla sulla tela da varie posizioni creando giochi di ombre che si possono proiettare sia all’interno sia all’estero della tela. Il messaggio è articolato. Lucy Oak invita alla scoperta, all’osservazione attenta della realtà. La prima impressione va integrata sempre con la conoscenza. Allo stesso tempo la “struttura plastica” rappresenta una “sovrastruttura” che può essere tanto personale quando sociale, può essere sia un arricchimento sia un limite. Le sovrastrutture, le nostre convinzioni e quelle mutuate da una certa “cultura dominante” in un dato momento storico, possono così arricchire la conoscenza ma anche ostacolare la visione pura e reale delle cose, condizionare scelte e a volte portare distanti dalla verità. In particolare dobbiamo essere attenti alle “false convinzioni”. L’unica forma di tutela sembra così essere l’acquisizione di una sempre più raffinata conoscenza, l’educazione intesa come la capacità di “tirar fuori”, di liberarsi e rendere liberi. Le sovrastrutture esistono e per questo è assolutamente necessario riconoscerle.
In poche parole il ciclo “Strutture Plastiche” parla dell’eterna bivalenza tra “rischio e opportunità” insita nelle nostre scelte.